lunedì 11 novembre 2013

ricordi

...ho questa vita e il mio destino, e ora cavalco l'appennino
e grido al buio più profondo la voglia che ho di stare al mondo:
in fondo è proprio un gran bel gioco a far l'amore tanto e non bere poco. 



 Arrivati, scarichiamo la macchina, c'è freddo ma in casa ancora di più,
Le vecchie mura di sasso trattengono il gelo, accendiamo la stufa, apriamo il lettone, il nostro primo lettone, e ci scaldiamo con baci ed abbracci forti e voraci.
riposiamo abbracciati, gli orologi non servono, finalmente siamo nel nostro sogno, e così abbracciati ci respiriamo e ci raccontiamo, parliamo di sogni, incubi, desideri, speranze, paure, infinite incertezze e poche sicurezze, un su tutte, NOI.

 Aggiungiamo altra legna, usciamo è l'imbrunire, i monti aspettano la notte e i colori dell'autunno vivono di emozioni.
Abbiamo le castagne, il vino bianco non manca, merenda calda ed accogliente seduti sul lettone a parlare e suonare io sono stonata ma canto con te, adesso in casa c'è un bel tepore,almeno in cucina che è proprio di fronte alla nostra stanza rosa.
 A volte fuori piove, ma a noi non importa.
Anzi usciamo con il grande ombrello verde e camminiamo lungo la strada che ci porterà in paese, la scusa è di andare a fare un po' di spesa ed incontrare qualche amico, in realtà ci piace camminare insieme.

 Scende la sera, dopo la cena, ci sediamo al tavolo della cucina, le gote rosse per il calore del fuoco ed il vino; i colori, i fogli, i modellini, sul tavolo i nostri piccoli piaceri, e ancora parole la televisione non è accesa ma la musica si.






Il crepitio del fuoco accompagna le nostre ore.

Noi il nostro black out ce lo creavamo, vivevamo con ritmi diversi dal consueto, già logore le nostre anime riuscivano a medicarsi in quei giorni sull'Appennino.