giovedì 27 dicembre 2012

E' passato il Natale.

 E' passato il Natale.

Un Natale veramente intenso.
I ragazzi cresciuti.
Noi invecchiati.
Tu assente, ancora ingiustificato, per me.
Non mi sono abituata alla tua assenza e il Natale riporta a galla tutta, o quasi, la sofferenza.
Non sono ancora uscita da quella stanza, come dice mia sorella, nessuno di noi ne è uscito completamente.
Eppure ritornano immagini che credevo perdute odori  e suoni.
Ricominciano i giorni normali che ormai normali non sono più.

giovedì 20 dicembre 2012





                                                    Buon Natale!!!!!!


Faccio gli auguri adesso perchè domani finirà il mondo.
Ma sarà vero?
un po' di fifa c'è.
Ma ci si ironizza su.
Pensavo a quanti ricordi che ho legati al Natale...tutto sommato sono molti di più se penso ai giorni prima e dopo questa festività.
Sono ricordi, ed essendo una persona con una memoria molto smemorata, non ne ho poi dei dettagliatissimi, ho tanti ricordi legati alle sensazioni.
Molti sono ricordi olfattivi, penso sia così per tutti, ma alcuni ricordi,e sono più forti, sono legati agli occhi e alla luce.
Le mani illuminate in un certo modo, caldo e tremolante, gli occhi socchiusi o spalancati, a volte spenti e tristi.
le voci tendo a dimenticarle, forse perchè non me le so descrivere, i passi e i rumori dei corpi in una stanza sono molto più presenti.
A volte mi sento ancora li, nel passato, più o meno presente, ed ho un nodo in gola che non si scioglierà mai.
Va beh, adesso prepariamoci, o al Natale o alla fine, in tutti modi dobbiamo avere la casa in ordine.
La mia casa è come me, il caos, sembro sempre sul punto di traslocare, forse perchè sono sempre in viaggio, interiormente in viaggio, a volte il mio viaggio, è lento e noioso, altre volte è così rapido che non riesco a registrarlo, altre è perfetto.
Ma io confondo e mescolo, e non ritrovo più i pezzi del puzzle che penso appartengano a me, ma non ne sono sicura. 
una volta mi hanno detto che io lascio le mie cose, oggetti, disegni, medicine, in giro per casa per segnare il mio territorio e segnalare il mio passaggio, la mia presenza.
Adesso lascio le mie orme sul blog, ma continuo a seminare pezzi per casa.
    

mercoledì 19 dicembre 2012

In questi giorni non si può evitare di pensare al Natale.
Vedo nei miei figli la magia e la trepidazione che un tempo erano miei.
Pochi, pochissimi, anni fa era per me, una gioia attesa per tutto l'anno, l'addobbare la casa, inventavo presepi, decorazioni con ogni sorta di materiale, badavo ai colori, e la musica natalizia mi allietava davvero il cuore.
Poi lentamente, non troppo lentamente, purtroppo la mia tavola della Vigilia si è vuotata, le anime delle persone che amo si sono alzate e hanno preso commiato, i loro odori, sorrisi, le voci, i rimbrotti, i racconti non sono più presenti, perché anche se io racconto non avrò mai la sua voce.

Ho capito perché alle persone anziane non piace il Natale, non è per il tempo che passa ma per la solitudine che resta.



 E comunque vi sentiate, 
                      Buon Natale!!

sabato 8 dicembre 2012

La verità non è mai la soluzione, ma l'inizio di nuovi guai.
Meglio tacere, non si mente e non ci si mette in gioco.
Mha!
Le cose non vanno mai o quasi mai, come vorremmo.
le persone non parlano la nostra lingua, non vedono con i nostri occhi, ma soprattutto non hanno il nostro cuore e la nostra testa.


Alla mia età sono insofferente all'ottusità di certe persone, al servilismo e alla "paraculagine".

martedì 4 dicembre 2012

Ma che tristezza!!!!!!! Nessuno commenta il mio bellissimo Blog!! :(
E allora mi do i voti da sola, ma non credo che valgano.
Peccato però speravo di solleticare e sollecitare invece faccio sonnecchiare.



E' il destino di noi quasi cinquantenni non più quarantenni, abbiamo appena lasciato la gioventù e ci incamminiamo verso la maturità, senza passare per la follia dei trentenni, perché in quel momento eravamo alle prese con ben altre pazzie.
E adesso abbiamo da pensare al liceale, alla prossima che andrà in prima media, alla dieta del maritino, e a noi che lentamente (si fa per dire) stiamo deteriorandoci, siamo un po' come gli yogurt, scadute ma ancora mangiabili.


Chiaro che non è per tutte così, alcune di noi sono in formissima, alcune, la moltitudine ha perso il telefono della parrucchiera ma ha in memoria il medico di famiglia, il pediatra, la scuola superiore , elementare e media, il punto bianco , il pronto soccorso, ed altri numeri utili come : Speedy pizza, il take away Cinese, il forno... 

                        
 Ma che meraviglia uscire dal colloquio con i prof e le maestre e sentirsi FELICI
 Perché si sono tutti spesi in complimenti e hanno utilizzato aggettivi come: preparato/a, Partecipe, matura/o, attenta/o.
E ti senti dire che si vede che hanno la famiglia alle spalle e tu sei parte di quella famiglia che li sostiene.E lo vorresti gridare, anzi cantare, che sei SUPER ORGOGLIOSA di te stessa e di tuo marito, perchè avete cresciuto due persone meravigliose, e continuerete a lavorare per continuare a crescerli e a crescere con loro.
Grazie Francesco, Grazie Aurora!!





lunedì 3 dicembre 2012

La polenta nel cuore!

 La montagna è fragile e forte così come il mare.
In montagna gli uomini sono forgiati dagli elementi, anche gli uomini di mare.
Le tradizioni , per i montanari sono parte viva della loro esistenza, anche per i marinai.
Ma i marinai non hanno il fuoco dei camini nel cuore ed il ricordo del calore della polenta nel  D.N.A.
 La polenta è un rito, il cuocere lento sulla stufa, il rimescolare con il cucchiaio di legno, l'attendere il primo blop della polenta che bolle.
E intanto raccontarsi, ascoltarsi e ridere o discutere, mentre il tepore diventa calore.
Preparare la salciccia arrostita o il ragù per la polenta stesa.
La polenta è anche un gioco, forse un tempo distraeva dai morsi della fame, si stende la polenta, si versa sopra il sugo caldo un po' di formaggio e si parte armati di forchette per raggiungere il centro della gialla distesa e vincere!
Oppure tagliare le fette di polenta con il filo arrotolato, e quella che rimane la si mangerà nel caffèlatte il giorno dopo...se ne rimane!
Mentre fuori la coperta di neve ci invita a restare. Non serve andarsene lontano per trovare ciò che cerchiamo, serve restare ed ascoltare il silenzio delle giornate invernali, in silenzio, 
il silenzio delle parole che viene sopraffatto dal suono del cuore, caldo,
 come la polenta.