La montagna è fragile e forte così come il mare.
In montagna gli uomini sono forgiati dagli elementi, anche gli uomini di mare.
Le tradizioni , per i montanari sono parte viva della loro esistenza, anche per i marinai.
Ma i marinai non hanno il fuoco dei camini nel cuore ed il ricordo del calore della polenta nel D.N.A.
La polenta è un rito, il cuocere lento sulla stufa, il rimescolare con il cucchiaio di legno, l'attendere il primo blop della polenta che bolle.
E intanto raccontarsi, ascoltarsi e ridere o discutere, mentre il tepore diventa calore.
Preparare la salciccia arrostita o il ragù per la polenta stesa.
La polenta è anche un gioco, forse un tempo distraeva dai morsi della fame, si stende la polenta, si versa sopra il sugo caldo un po' di formaggio e si parte armati di forchette per raggiungere il centro della gialla distesa e vincere!
Oppure tagliare le fette di polenta con il filo arrotolato, e quella che rimane la si mangerà nel caffèlatte il giorno dopo...se ne rimane!
Mentre fuori la coperta di neve ci invita a restare. Non serve andarsene lontano per trovare ciò che cerchiamo, serve restare ed ascoltare il silenzio delle giornate invernali, in silenzio,
il silenzio delle parole che viene sopraffatto dal suono del cuore, caldo,
come la polenta.
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