lunedì 7 gennaio 2013



Oggi Pietro mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere.
Il tempo è passato su di noi, e ci siamo un po' imbolsiti, ma c'è una leggerezza nuova legata alle piccole cose.
Quando si è giovani ci sembra che il mondo debba essere nostro, è giusto che sia così, per imparare a navigare dobbiamo sfidare le onde.
Ma da adulti le onde si trasformano in tempeste, che al loro placarsi ci lasciano stremati.
Ed è a quel punto che la risata dei tuoi figli diventa la gioia più grande, tuo marito che ti strizza l'occhio dall'altra parte del tavolo è ancora affascinante come la prima volta che lo fece, l'intesa delle anime si rivela importantissima. una foglia che vola, un pettirosso che esce saltellando da un cespuglio, ti riempiono il cuore. E ti accorgi che ogni età ha i suoi desideri, che i ragazzi non possono comprendere i desideri di chi ha attraversato le tempeste, ma noi "grandi", noi abbiamo già vissuto i quattordici e i dieci anni, non ci sembri allora così strana la loro voglia di veleggiare, noi sediamo e godiamoci lo spettacolo, pronti a gettare il salvagente, qualora ce ne fosse bisogno.

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