In questi ultimi giorni mi sento sospesa, affacciata sul mondo.
Fatico a riaqcuistare terreno,
viaggio poco, non esco quasi per niente, eppure mi sento lontana, lontana da me.
Non mi piace.
Mi spaventa il mio essere così poco concreta.
Mi ritrovo ferma, immobile, agisco come guidata da fili che non sono io a manovrare.
Il tramonto dell'anima.
Vorrei avere la forza degli alberi che con le loro radici spaccano le pietre, con i loro rami sferzano il vento.
Vorrei essere visibilmente viva.
Ma è faticoso.
Molto faticoso.
Ho idee, ho pensieri, ma non ho forza.
Lo scorrere impetuoso del fiume sotto il ponte, il non vedere dove finirà, è la metafora della vita.
Il fiume, in questi giorni impetuoso, scorre accanto al luogo dove le vite si fermano, dove di impetuoso c'è solo lo sgomento di fronte all'inevitabile.
La forza del fiume, spezza le gambe al mio respiro.
Situazione che conosco molto bene e anche da molto tempo, non so se è dovuta al passare del tempo o a qualcosa che si rompe dentro ed è faticoso, sempre più faticoso, rimettere insieme.
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