25/04/2013
Casa Cervi;
c'era il sole, le fotografie lo provano, il sorriso, la musica, il clima era festoso.
il verde era vivo e i fiori gialli splendenti come tanti bottoncini dorati.
Le timide pratoline sorridevano solleticate dalla brezza.
Il cappello intessuto di raggi di sole giaceva sul prato, pronto a spiccare il volo al primo refolo.
Si poteva danzare nei prati e ridere felici.
Ma perchè gli omini nella mia testa non mi lasciavano godere tutto questo, perchè il sasso nel mio cuore mi portava giù nell'abisso delle mie lacrime.
Sono molto stanca ci vorrebbero chili di dinamite per far saltare in aria le macerie che mi opprimono l'anima.
O forse basterebbe ascoltare la musica , non sentire; osservare i sorrisi non guardare.
Devo risistemare la mia macchina fotografica dell'anima.
Così potrò veramente festeggiare la mia liberazione.
Cosa sono i Cimurri Strambiformi? Sono le nuvole che accompagnano i viaggi estivi, della mia famiglia. Molto spesso ci capita di incontrare il cielo coperto di nubi, non sapendo il loro nome scentifico, anzi a dire il vero lo sappiamo ma abbiamo preferito chiamarli così.
lunedì 29 aprile 2013
venerdì 19 aprile 2013
12 Aprile 2013...o quasi
mercoledì 17 aprile 2013
la torta per Aurora
Questa è la torta per il compleanno di Aurora dell'anno scorso.
Chissà se quest'anno sarò più brava!?
Chissà se quest'anno sarò più brava!?
lunedì 15 aprile 2013
promesse notturne
non sono più tornata nei luoghi dove tanta felicità mi aveva sempre accolto.
Luoghi non lontani, ma per ora irraggiungibili.
Ho visto le foto di Rocco, ho letto i pensieri, ma non riesco a scrivere serenamente dei miei sentimenti.
Vorrei vedere i prati verdi e respirare la pace, ma temo le nuvole dei ricordi bui.
Ti abbiamo lasciato al tuo vento e al profumo di liquirizia, ci hai lasciati qui ad attendere giorni che non verranno, a raccontare storie che ci sembravano lontane.
Tutto cambia e procede, tu voli nel vento e sei ovunque, mio Dio come mi pesano i giorni senza i tuoi baffi.
domenica 14 aprile 2013
pensieri di prima-primavera
La natura si è svegliata.
Era ora che i fiori tornassero a rallegrare il paesaggio.
Ma è la primavera del cuore che tarda ad tornare.
Ieri mi sono sentita felice, con le mie scarpe strane, disegnate da me per l'occasione, i miei figli, il mio orso e gli amici di mio figlio Francesco.
Siamo andati a Torino.
Al Torino comix.
I ragazzi erano travestiti da personaggi dei fumetti o dei videogiochi, la c'erano tante persone sole che finalmente si sentivano appartenenti ad un gruppo, anzi ad un'etnia.
guardare il mondo dalla finestra socchiusa mi piace molto, devo osservare attentamente per non perdere i particolari, così mi fermo spesso, fotografo con la mente, particolari, espressioni, tono di voce, li catalogo in apposite cartelle mentali e le analizzo, da sola, in silenzio in brevi istanti, poi cancello o mi trattengo ciò che mi da un brivido, anche piccolo, anche negativo, purché sia una sensazione di vita.
Amo definirmi apolide, non so dove sia la mia origine, ho un padre ferrarese una mamma dei monti di Reggio Emilia, la mia seconda madre era bolognese con origini umbre, ho parenti in tutta Italia, ne conosco pochi però, mi sento sicuramente legata a luoghi e persone ma non conosco il mio punto di partenza, perché non è la città in cui sono nata e in cui vivo da quasi sempre.
Non ho ricordi d'infanzia, qui dove vivo, non ho persone con cui ricordare quei giorni così lontani, chi li ha vissuti con me non c'è più da tanto tempo, sono flash, lampi sensazioni e odori, passi che sembrano invadermi la mente e il cuore, per un'attimo, un momento, imprevisti della mente affettiva, se così si può definire quella parte dei ricordi legata al passato di una bimba.
Di quella bimba rimane la voglia di giocare e di camminare, ogni tanto con la leggerezza nel cuore, ma ogni giorno diventa più difficile.
Era ora che i fiori tornassero a rallegrare il paesaggio.
Ma è la primavera del cuore che tarda ad tornare.
Ieri mi sono sentita felice, con le mie scarpe strane, disegnate da me per l'occasione, i miei figli, il mio orso e gli amici di mio figlio Francesco.
Siamo andati a Torino.
Al Torino comix.
I ragazzi erano travestiti da personaggi dei fumetti o dei videogiochi, la c'erano tante persone sole che finalmente si sentivano appartenenti ad un gruppo, anzi ad un'etnia.
guardare il mondo dalla finestra socchiusa mi piace molto, devo osservare attentamente per non perdere i particolari, così mi fermo spesso, fotografo con la mente, particolari, espressioni, tono di voce, li catalogo in apposite cartelle mentali e le analizzo, da sola, in silenzio in brevi istanti, poi cancello o mi trattengo ciò che mi da un brivido, anche piccolo, anche negativo, purché sia una sensazione di vita.
Amo definirmi apolide, non so dove sia la mia origine, ho un padre ferrarese una mamma dei monti di Reggio Emilia, la mia seconda madre era bolognese con origini umbre, ho parenti in tutta Italia, ne conosco pochi però, mi sento sicuramente legata a luoghi e persone ma non conosco il mio punto di partenza, perché non è la città in cui sono nata e in cui vivo da quasi sempre.
Non ho ricordi d'infanzia, qui dove vivo, non ho persone con cui ricordare quei giorni così lontani, chi li ha vissuti con me non c'è più da tanto tempo, sono flash, lampi sensazioni e odori, passi che sembrano invadermi la mente e il cuore, per un'attimo, un momento, imprevisti della mente affettiva, se così si può definire quella parte dei ricordi legata al passato di una bimba.
Di quella bimba rimane la voglia di giocare e di camminare, ogni tanto con la leggerezza nel cuore, ma ogni giorno diventa più difficile.
mercoledì 10 aprile 2013
Lento risveglio.
La vita sta per tornare.
Nei giorni scorsi i prati sotto casa si sono riempiti di pratoline e violette.
Oggi la mano dell'uomo le ha tagliate via tutte.
Che tristezza.
Sembra quasi che ciò che non ha uno schema spaventi l'essere umano, l'erba deve essere tagliata, non per dare da mangiare ai conigli, ma perchè così il prato è più in ordine, i rami vanno potati, non per evitare che il gelo li spezzi o per rinforzarli per dare più frutti o per ardere nel camino, no è perchè fanno troppa ombra sul vialetto pedonale.
Vorrei vivere in un bosco dove la natura ha i suoi ritmi e io mi dovrei adattare ad essi.
Beh, se ci penso, anche vivere seguendo i ritmi della natura e condividendo con lei il mio spazio vitale non è che sia poi tutto sto gran vivere.
martedì 2 aprile 2013
che personaggio!
Iscriviti a:
Post (Atom)