02/02/2015
è veramente troppo, troppo tempo che non scrivo, ma i pensieri sono come le nuvole, non sempre sembrano panna montata, più spesso sono incombenti minacciosi come le nuvole dei temporali.
Scrivere diventa difficile, le parole volano via come foglie spazzate dal vento, i pensieri si inzuppano di pioggia salata, strizzarli non serve a niente li sgualcisce e li rende illeggibili come le lettere su un foglio lasciato all'intemperie.
Mi accorgo di cercare la mano che mi si tende, non la vedo è così lontana o forse è così vicina che non rientra nel mio campo visivo, ho perso la volontà del confronto, tendo a rinchiudermi in un mutismo ostinato del cuore, vorrei emozioni ma le rifuggo.
Così la vita mi appare di quell'azzurrino tenue che non è felicità, nemmeno quiete, è indifferenza.
Sullo stradario della città che popola la mia anima non esiste il Vicolo della felicità, esiste il viottolo per schivare la salita, l'angolo dove riposare, la piazzetta protetta dalle case circostanti, un vicolo della felicità ti invita a percorrerlo perché in fondo ad esso si potrebbe trovare piazza della serenità.
Ho compiuto da poco 50 anni non ci credevo ma è spiazzante dirlo, finché avevo 49 anni dire "quasi 50" era civetteria ora i miei 50 tondi tondi sono un cappotto pesante sotto il quale non ti riscaldi, soffochi.
Come ho vissuto questi 50 anni? li ho vissuti davvero? o mi sono lasciata vivere da loro.
Osservo il mio passato, che per altro è molto confuso e se mi fermo a pensarci...meglio di no.
Non ho commesso gravi errori nella vita, ho fatto gli errori che molti commettono, in buona fede, ma li ho fatti e ora mi osservano con occhi cupi e pieni di rammarico.
Non ho fatto molte scelte ma quelle decisive si, ritengo di aver scelto, il matrimonio, la nascita dei miei figli e di amare per sempre un unico uomo, per sempre non è poco.
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