Perché si ascoltano le vecchie canzoni?
Perché guardare le vecchie foto e perdersi nel dettaglio di un sorriso, uno sguardo, rievocare voci, odori, sensazioni che sono svanite?
Sono il desiderio del ritorno delle radici, di ciò che non abbiamo, i nostri sono piedi ci servono per muoverci da un luogo all' altro eppure cerchiamo la patria, il seno della mamma, l'eterno cordone ombelicale che ci tiene ancorati alla sicura sponda della famiglia, anche quando quest' ultima cosí sicura non é.
Perché scrivere, suonare, dipingere, fotografare?
Perché?
Perchè la nostra mente non riposa mai?
Perchè dobbiamo rispondere sempre?
E se non ci fosse risposta?
E se il vivere fosse lasciarsi vivere?
E se io, tu, noi, loro, chi è stato e chi sarà, in fondo non esistessimo davvero?
E se fossimo il frutto di un sogno di una mente unica e grande, un cervellone megaultragalattico, che sogna o ha incubi, a volte a colori
fa sempre rumore, i rumore del vento, delle pagine di un libro quando lo sfogli, di grandine, di pioggia, di neve, di trivella, di bomba, di lucertola, di petalo che nasce e che poi cade a terra, di foglioline verdi, di foglie secche, di farina che esce dal sacchetto, di macina di mulino, di batticuore, di ultimo respiro, di primo vagito, di tristezza, di gioia, di starnuto, di tosse, di sospiro di urlo,
di caffè che brontola nella moca, di bimbo che succhia, di vecchio che impreca, di rabbia giovanile, di impotenza adulta, di stanchezza, di energia, di musica, di colori.
Siamo piume nel vento o siamo il vento?
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